Anfiteatro Flavio di Pozzuoli: da non perdere!

É il terzo in Italia per dimensioni. Ah,… non dimenticare di visitare i sotterranei!

da | 26 Set 2018 | luoghi

Luoghi

LUOGHI

FOOD & DRINKS

HOST

Sei qui: Home » Anfiteatro Flavio di Pozzuoli: da non perdere!

Cosa vedere a Pozzuoli 

Se stai progettando una visita nel capoluogo campano, ti consiglio di valutare un’uscita anche nella vicinissima Pozzuoli, al confine con la zona nord di Napoli. Se hai già visto Napoli, puoi anche organizzare una visita dedicata esclusivamente alla nuova Puteoli.

L’Italia, si sa, è ricca di località suggestive, di posti inaspettati, la cui bellezza appare quasi all’improvviso. Grazie all’effetto sorpresa, la bellezza appare ancor più… bella. E Pozzuoli sembra aderire particolarmente bene a questa regola. La bellezza della città non sarà paragonabile a quella delle più blasonate e conosciute, ma si fa apprezzare, e anche tanto, se si considerano alcuni importanti “doni” che porta in grembo.
A pochi minuti di cammino dal centro città e dalla vicina area portuale, su una strada che va verso la collina (la Collina della Solfatara), ti apparirà, inaspettato, il bellissimo anfiteatro Neroniano Flavio di Pozzuoli. Ci sono arrivato da Via Carlo Rosini e poi da Via Carmine, che ho preferito a Via Pietro Ragnisco. Dalla prima, infatti, si gode di un bollissimo paesaggio con vista mare: sulla sinistra Nisida, e sulla destra Capo Miseno e Monte Procida.
A dir la verità, non ti accorgi subito di avere di fronte qualcosa di importante, addirittura un anfiteatro romano. Le sue mura laterali sono parzialmente nascoste dalla vegetazione, dagli alberi alti del parco che circonda l’arena. I confini del parco, poi, sono delimitati da un muretto e da grate piuttosto alte, tra cui si intrufolano spesso i rami delle piante.

Orari e prezzi dell’anfiteatro Flavio di Pozzuoli

Alla fine della recinzione, trovi l’ingresso e, subito dopo, la biglietteria sulla sinistra. Il prezzo del biglietto di ingresso? Qui trovi la prima sorpresa, perché l’ingresso all’anfiteatro Flavio ha un costo molto contenuto! Il biglietto costa solo 4 euro e da accesso non solo all’anfiteatro, ma anche al Museo Archeologico Campi Flegrei di Baia, alla Zona Archeologica di Baia e agli Scavi di Cuma. Ma non sei costretto ad un tour de force di 24 ore, perché l’unico biglietto ha una validità di 2 giorni.

  1. Lunedì: 09.00 – 18.00
  2. Martedì: CHIUSO
  3. Mercoledì: 09.00 – 18.00
  4. Giovedì: 09.00 – 18.00
  5. Venerdì: 09.00 – 18.00
  6. Sabato: 09.00 – 18.00
  7. Domenica: 09.00 – 18.00
Quasi un peccato, perché mi sarei aspettato… un prezzo un po’ più alto per l’ingresso. Anche perché l’anfiteatro romano di Pozzuoli e le altre tre “destinazioni” comprese nel biglietto lo meritano. E poi, i maggiori ricavi potrebbero essere reimpiegati per la migliore tutela e conservazione dell’area (o per pubblicizzarla meglio in Italia e all’estero). Per quanto riguarda gli orari di apertura, si può visitare l’anfiteatro ogni giorno, escluso il martedì, dalle 9.00 alle 18.00.

LUOGHI

FOOD & DRINKS

HOST

I miei viaggi sono anche su:

LA CURIOSITà

L’Anfiteatro Flavio è legato ad un importante avvenimento religioso, che ebbe come protagonista San Gennaro, nell’anno 305 d.C..

A causa del clima persecutorio instaurato dall’imperatore Diocleziano nei confronti dei Cristiani, l’allora vescovo Gennaro venne arrestato nel corso della sua visita pastorale a Pozzuoli. Gennaro aveva osato difendere il suo amico Sossio, diacono di Miseno, a sua volta arrestato da Dragonzio, l’allora governatore della Campania. Sossio, infatti, era stato arrestato poco prima, per ordine del governatore, proprio lungo il tragitto che stava percorrendo per raggiungere il vescovo Gennaro in visita pastorale.
Dragonzio condannò Gennaro e Sossio, assieme ad altri cinque martiri, ad essere sbranati dalle belve feroci. Lo “spettacolo” doveva tenersi all’interno dell’anfiteatro di Pozzuoli. Il giorno della condanna ad bestias, però, sembra che il governatore non fosse presente, e per questo motivo l’esecuzione fu rinviata. Gli storici ritengono che Dragonzio ebbe un ripensamento, e che rinviò intenzionalmente la condanna. Si trattava, infatti, di una cruenta esecuzione pubblica, che avrebbe potuto generare dei malcontenti e dei conseguenti disordini, dato che i religiosi erano benvoluti dalla popolazione.
La tradizione cristiana, invece, attribuisce il rinvio della condanna allo stesso San Gennaro: dopo il suo ingresso nell’anfiteatro romano, il vescovo benedisse le bestie, e queste si fecero mansuete, inginocchiandosi al cospetto del Santo. Esiste anche un quadro che rappresenta l’incontro di San Gennaro con le belve: è di Artemisia Gentileschi, ed è custodito nella Cattedrale di Pozzuoli. Qui trovi il link all’immagine pubblicata dall’Università di Palermo.
Dragonzio decise di mutare la condanna, e di procedere comunque all’esecuzione dei martiri. I sette uomini furono portati nei pressi della Solfatara di Pozzuoli, e lì trovarono purtroppo la morte per decapitazione.

La struttura dell’anfiteatro di Pozzuoli

L’anfiteatro romano Flavio di Pozzuoli è ben conservato. Si distinguono bene le tre schiere di gradinate che circondano tutta l’area dell’arena, così come i vari ingressi sullo spazio gladiatorio, da dove entravano uomini e animali.

Anche lo stato di conservazione dei locali interrati (il piano ipogeo), al di sotto dell’arena, è più che buono. Questo piano fu scoperto nell’Ottocento, nel corso di una serie di scavi che interessarono l’anfiteatro, e furono completamente liberati dai detriti soltanto negli anni Quaranta del secolo scorso.

Grande!

L’anfiteatro Flavio, per dimensioni, è dietro solo al Colosseo e all’Anfiteatro Campano di Capua.

L’anfiteatro ha una chiara forma ellittica, e il suo asse principale misura 149 metri, mentre le gradinate si innalzano su tre livelli. Le dimensioni, quindi, sono ragguardevoli, e si stima che gli spalti potessero ospitare ben 40.000 persone!

SFOGLIA LA GALLERIA!

Tocca o clicca sulle immagini in basso. Ingrandirai le foto e potrai sfogliarle con il dito, il mouse o i pulsanti freccia della tastiera.

Puoi completamente circumnavigare l’arena dal di sotto, percorrendo l’ampio corridoio che si trova su tutto il confine dell’anfiteatro. Il corridoio non serviva solo per l’accesso ai locali interrati, ma anche per il pubblico stesso, per permettere l’accesso allo spettacolo e il deflusso dalle gradinate. La camminata all’interno del piano ipogeo è emozionante: circa duemila anni fa quegli stessi luoghi erano percorsi dai gladiatori che si preparavano al combattimento, e dalle fiere pronte ad attaccare.
Seguendo il corridoio, infatti, troverai tantissime stanze e “ripostigli”; lungo il percorso sono depositati anche numerosi resti di colonne, che sembrano crollate in una specie di effetto domino. Il deposito delle colonne non è recente, ma risale a diverse centinaia di anni fa; non si trovano lì per caso, ma vi furono portate dagli abitanti di Puteoli quando lo spazio abbandonato dell’arena venne occupato da case coloniche.

Effetto luce

Grazie ad un’apertura nel soffitto che corre al centro del piano interrato, lungo l’asse principale dell’anfiteatro.

L’apertura è solo parzialmente chiusa da grate (a protezione dei visitatori dell’arena). Se visiti l’anfiteatro alla luce del giorno, sottoterra l’effetto che ne risulta è suggestivo: un ambiente ampio e buio attraversato da uno squarcio di luce. Anche l’uscita dall’area interrata è altrettanto suggestiva: una specie di “effetto luce fuori dal tunnel”.
Non è finita qui; nel prossimo post, un’altra sorpresa su Pozzuoli.
Nel frattempo, ti va di suggerire qualche posto che ti ha particolarmente sorpreso per la sua inaspettata bellezza? Che aspetti, non essere timido! 🙂

0 commenti

Invia un commento

I commenti sono visionati prima della loro pubblicazione. Prima di scrivere, dai uno sguardo alle nostre linee guida. Un suggerimento? Quando commenti, immagina di avere di fronte la persona con cui stai interloquendo.

Copyright

Tutte le immagini e i contenuti presenti sul sito di viaggiesapori.net sono proprietari e protetti da copyright.