La Roma fantastica dei Villini delle Fate

Appuntamento con le “fate” a piazza Mincio, nel Quartiere Coppedè.

da | 2 Ott 2018 | luoghi

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Ecco perché piazza Mincio è il cuore del Quartiere Coppedè 

Siamo arrivati nel posto più bello del Quartiere Coppedè, Piazza Mincio. Ti sei perso le prime due parti della nostra visita? Le trovi qui:

>> L’arco in via Tagliamento e l’ingresso al quartiere

>> L’arrivo in piazza Mincio passando per Via Dora

In piazza non c’è solo il Palazzo Ospes Salve; venendo da Via Dora, alla tua destra, trovi anche il Palazzo del Ragno (guarda il frontone all’ingresso, e capirai perché gli è stato dato questo nome; trovi la foto nella galleria). La facciata non è elaborata come quella dei Palazzi degli Ambasciatori, ma ci sono comunque dei particolari di assoluto rilievo. Non solo il mosaico sul portone principale, ma anche le teste delle fiere che sorreggono il balcone centrale, le colonne ondulate ai lati dell’ingresso e la chiave di volta dell’arco dove Coppedè ha posizionato un altro volto, simile a quello che trovi all’ingresso del quartiere. La stessa facciata principale, poi, si erge come una torretta, anche se questa non si nota immediatamente. Se osservi il tetto, però, vedrai una copertura rettangolare spiovente e staccata dal resto dell’edificio: è quella della torre, appunto.

I Villini delle Fate: le “Star” di Piazza Mincio

Sempre sulla piazza, sul lato opposto di via Brenta (opposto rispetto al Palazzo del Ragno), troverai i veri protagonisti di Piazza Mincio: i Villini delle Fate. Si tratta, probabilmente, delle costruzioni più caratteristiche e note del Quartiere Coppedè: un gruppo adiacente di villini che si innalzano su tre piani. Si notano subito per la presenza abbondante di archi, loggiati e finestre ricche di colonne, che formano spesso trifore e quadrifore (quelle con due e tre colonne). Risalta subito agli occhi anche la decorazione degli archi, dove sono presenti dei motivi geometrici, con le volte dipinte nei colori alternati del mattone e del beige.

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Tocca o clicca sulle immagini in basso. Ingrandirai le foto e potrai sfogliarle con il dito, il mouse o i pulsanti freccia della tastiera.

Le pareti sono spesso affrescate, ma senza usare il chiaroscuro. I colori dei dipinti, perciò, risultano piuttosto uniformi, e l’effetto è ancora più particolare, perché sembra di ammirare una stampa degli anni 20-30 (come quelle delle prime pubblicità), piuttosto che un dipinto. Le rappresentazioni sono un’omaggio alle più belle città d’Italia: Firenze (la città natale di Coppedè), Venezia e, ovviamente, la stessa Roma. In particolare, l’omaggio a Firenze è notevole: sulla parete che affaccia su via Aterno, non solo si legge la scritta “Fiorenza Bella”, ma si distinguono piuttosto chiaramente le figure di Dante e Petrarca e il panorama della stessa città, dove rileva la cupola del Duomo realizzata dal Brunelleschi.
L’elemento della torre è ricorrente, e lo si trova anche in un’altra villa collocata all’incrocio tra via Serchio e via Ticino. Meno decorata dei villini delle Fate (ci sono soprattutto decorazioni che fanno uso di forme geometriche e di stemmi), ma comunque… bellissima! Il fascino lo si deve anche alla presenza di quattro pini mediterranei, che si elevano oltre l’altezza della villa e  che la “circondano” con la sua ombra.

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LA CURIOSITà

Il rapporto tra il cinema e il Quartiere Coppedè è reciproco.

Abbiamo già visto che gli edifici e gli spazi progettati dall’architetto Coppedè hanno ispirato diverse ambientazioni cinematografiche, soprattutto quelle dei film di suspense.

Sembra, però, che lo stesso Gino Coppedè sia stato a sua volta ispirato da un film, nella progettazione dell’arco e dell’ingresso del Palazzo Ospes Salve, in Piazza Mincio. Il film in questione è Cabiria, una pellicola del 1914 che racconta il mito di Maciste. Cabiria è considerato un vero e proprio kolossal del cinema muto, grazie alle spettacolari scenografie, ai costumi particolarmente curati e ad alcuni effetti speciali davvero notevoli per l’epoca.

Nel film sono presenti diverse scenografie con soggetti geometrici che ricordano molto da vicino quelli del Palazzo Ospes Salve. Ho visto il film (non tutto…) e ho notato, ad esempio, una parete che ripropone l’incrocio delle tessere a forma di ventaglio, lo stesso che, in bianco e nero, si trova sull’arco all’ingresso dell’edifico.
Cabiria è un film italiano, scritto e diretto da Giovanni Pastrone, ed ha rappresentato una fonte di ispirazione per tantissimi registi, italiani e stranieri, negli anni a venire.

Altra piccola curiosità… nella curiosità: i titoli (le scritte che nei film muti accompagnano e spiegano le varie scene) furono scritti da Gabriele D’Annunzio!

Perché si chiamano Villini delle Fate?

Beh, basta guardarli: hanno un’atmosfera quasi magica, fiabesca: circondati dal verde e da palme, ricchi di archi e loggiati, tetti sporgenti e, soprattutto, con la torretta che si eleva al di sopra della struttura principale dell’edificio, come nei castelli delle fate, appunto.
Ci sono poi altri edifici caratteristici: ad esempio, quello imponente e a forma di “L” alle spalle dei Villini delle Fate. Però, lo si può vedere solo in lontananza, da via Brenta, perché la via diretta di accesso (via Olona) è chiusa al transito pubblico. Sempre su via Brenta, dopo il Palazzo del Ragno, trovi un’altra villetta, che è ora la sede dell’Ambasciata del Marocco. Ha le pareti rivestite tutte di mattoncini e travertino; si nota anche il piccolo loggiato all’ingresso, con… l’immancabile lampadario in ferro battuto che pende dalla volta.
Merita anche il Villino del Gallo, all’incrocio tra via Brenta e via Ombrone (anche in questo caso il nome deriva da una decorazione posta sulla parte frontale dell’edificio). Dalla strada non si nota subito, perché è letteralmente circondato dagli alberi; oggi è la sede di un liceo scientifico.

Infine, ho apprezzato particolarmente un edifico in Via Clitunno, ricoperto per buona parte da piante rampicanti. Non presenta decorazioni particolari, ma, grazie a quei rampicanti, il pensiero è corso subito ai… film di Dario Argento. L’aspetto di questa costruzione meriterebbe, a mio parere, un ruolo da protagonista in un film noir!

La nostra visita al Quartiere Coppedè è terminata. Se conosci altre notizie o curiosità sul quartiere, puoi condividerle nei commenti. Oppure: ti viene in mente qualche altro posto che sembra “immerso” in una sorta di limbo? Con delle caratteristiche decisamente diverse dall’ambiente che lo circonda? Bene! Allora, potrebbe essere la fonte di ispirazione per il mio prossimo viaggio…

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