La Roma fantastica dei Villini delle Fate
Appuntamento con le “fate” a piazza Mincio, nel Quartiere Coppedè.
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Ecco perché piazza Mincio è il cuore del Quartiere Coppedè
Siamo arrivati nel posto più bello del Quartiere Coppedè, Piazza Mincio. Ti sei perso le prime due parti della nostra visita? Le trovi qui:
>> L’arco in via Tagliamento e l’ingresso al quartiere
>> L’arrivo in piazza Mincio passando per Via Dora
In piazza non c’è solo il Palazzo Ospes Salve; venendo da Via Dora, alla tua destra, trovi anche il Palazzo del Ragno (guarda il frontone all’ingresso, e capirai perché gli è stato dato questo nome; trovi la foto nella galleria). La facciata non è elaborata come quella dei Palazzi degli Ambasciatori, ma ci sono comunque dei particolari di assoluto rilievo. Non solo il mosaico sul portone principale, ma anche le teste delle fiere che sorreggono il balcone centrale, le colonne ondulate ai lati dell’ingresso e la chiave di volta dell’arco dove Coppedè ha posizionato un altro volto, simile a quello che trovi all’ingresso del quartiere. La stessa facciata principale, poi, si erge come una torretta, anche se questa non si nota immediatamente. Se osservi il tetto, però, vedrai una copertura rettangolare spiovente e staccata dal resto dell’edificio: è quella della torre, appunto.
I Villini delle Fate: le “Star” di Piazza Mincio
Sempre sulla piazza, sul lato opposto di via Brenta (opposto rispetto al Palazzo del Ragno), troverai i veri protagonisti di Piazza Mincio: i Villini delle Fate. Si tratta, probabilmente, delle costruzioni più caratteristiche e note del Quartiere Coppedè: un gruppo adiacente di villini che si innalzano su tre piani. Si notano subito per la presenza abbondante di archi, loggiati e finestre ricche di colonne, che formano spesso trifore e quadrifore (quelle con due e tre colonne). Risalta subito agli occhi anche la decorazione degli archi, dove sono presenti dei motivi geometrici, con le volte dipinte nei colori alternati del mattone e del beige.
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LA CURIOSITà
Il rapporto tra il cinema e il Quartiere Coppedè è reciproco.
Sembra, però, che lo stesso Gino Coppedè sia stato a sua volta ispirato da un film, nella progettazione dell’arco e dell’ingresso del Palazzo Ospes Salve, in Piazza Mincio. Il film in questione è Cabiria, una pellicola del 1914 che racconta il mito di Maciste. Cabiria è considerato un vero e proprio kolossal del cinema muto, grazie alle spettacolari scenografie, ai costumi particolarmente curati e ad alcuni effetti speciali davvero notevoli per l’epoca.

Altra piccola curiosità… nella curiosità: i titoli (le scritte che nei film muti accompagnano e spiegano le varie scene) furono scritti da Gabriele D’Annunzio!
Perché si chiamano Villini delle Fate?
Infine, ho apprezzato particolarmente un edifico in Via Clitunno, ricoperto per buona parte da piante rampicanti. Non presenta decorazioni particolari, ma, grazie a quei rampicanti, il pensiero è corso subito ai… film di Dario Argento. L’aspetto di questa costruzione meriterebbe, a mio parere, un ruolo da protagonista in un film noir!
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