Il Quartiere Coppedè: un’originalissima meraviglia nel centro di Roma

Colosseo e Fontana di Trevi? Benissimo. Ma non fermarti solo lì!

da | 30 Set 2018 | luoghi

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Cosa vedere a Roma? Non perderti il Quartiere Coppedè! 

Vai a Roma per visitare il Colosseo e la Fontana di Trevi? Una capatina a Piazza di Spagna e un pò di shopping a via (dei) Condotti? Un giro a Piazza Venezia e all’Altare della Patria? L’elenco è pressoché infinito. A Roma hai letteralmente l’imbarazzo della scelta. Ma non fermarti ai “soliti”, fantastici posti che tutto il mondo ci invidia!

Quello che ti propongo oggi è un’area di Roma relativamente recente, la cui costruzione comincia agli inizi degli Anni 20 del Novecento. E’ il quartiere Coppedè, tra via Tagliamento e Viale Regina Margherita, non lontano da Via Po e da Corso Trieste. L’ingresso principale è su via Tagliamento, all’incrocio con via Arno, ed è segnato da un imponente arco ricco di decorazioni a rilievo. L’arco collega le due ali dei cosiddetti Palazzi degli Ambasciatori (nel quartiere ci sono numerosi sedi di ambasciate).

A dir la verità, per i puristi non si tratterebbe di un vero e proprio quartiere, perché gli edifici che ne fanno parte sono “solo” 43: 26 palazzi e 17 villini. Se però lo visiti, ti renderai conto che la definizione di Quartiere Coppedè non è campata in aria, perché lo stile dei suoi edifici è letteralmente unico, diverso da tutti quelli circostanti, e, perciò, ben riconoscibile. Di quale stile si tratta? Uno stile non ben definito, che potrebbe chiamarsi… stile Coppedè. L’impronta stilistica del quartiere, infatti, è una sorta di originalissima “architettura fusion”, un trionfo dell’eclettismo.
Ci sono, ad esempio, riferimenti:

  • Al Liberty o Art Noveau (con le numerose decorazioni floreali e i richiami alla natura, inclusi gli insetti);
  • Al Medioevo, con la presenza numerosa di torrette, non solo nei villini ma anche all’ingresso del quartiere, sui Palazzi degli Ambasciatori;
  • Al Neogotico, nello slancio verso l’alto (sempre delle torrette), nell’uso di colori vivaci e di interessanti accostamenti policromatici (ci sono tantissime decorazioni sulle mura degli edifici e sugli ingressi dei palazzi; sono ritratte figure umane, animali, piante, motivi geometrici, stemmi,…);
  • Al Barocco, grazie all’abbondanza di fregi e bassorilievi, che si notano soprattutto nei cosiddetti Palazzi degli Ambasciatori;
  • Alla stessa arte classica romana, come richiesto più volte dagli amministratori romani dell’epoca. In questo caso, i riferimenti sono dati, ad esempio, dall’imponente arco all’ingresso principale del quartiere, e dall’uso abbondante di marmo e travertino.
Ah, quasi dimenticavo: perchè si chiama Quartiere Coppedè? Come potrai immaginare, il motivo è semplice: il nome è quello dell’omonimo architetto fiorentino Luigi Coppedè, detto Gino, che progettò gli edifici e ne seguì la realizzazione fino alla sua morte, avvenuta nel 1927. I lavori di completamento furono poi seguiti dal genero, anch’egli architetto.

Si parte dall’arco Coppedè

Ti consiglio di cominciare la visita al quartiere dal suo ingresso “naturale”, quello appositamente ideato dallo stesso Coppedè. Si tratta di un imponente arco che collega i due lati dei Palazzi degli Ambasciatori, sul quale si innalzano due piani di appartamenti e altrettante terrazze.

L’arco si trova all’incrocio tra via Tagliamento e via Arno. Attraversandolo, si provano un bel po’ di emozioni (a dir la verità, anche prima, quando lo vedi affacciarsi, con la sua maestosità, su via Tagliamento). Sembra di varcare la soglia di una porta del tempo, di accedere ad un’altra dimensione, quella di un mondo quasi fantastico e misterioso. Credo che questa sensazione sia generata proprio dall’originalità dello stile, che rende questo luogo esotico, estraneo, nel senso che non ci appare come immediatamente riconducibile ad uno schema noto. Lo stile del quartiere è davvero unico, e credo non ci siano aree simili in nessun altra parte del globo.

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LA CURIOSITà

L’atmosfera unica, esotica e quasi misteriosa del Quartiere Coppedè ha ispirato diversi registi, soprattutto quelli dei “film di paura”.

Il fascino misterioso del quartiere si ritrova, infatti, in diverse pellicole, a partire da quelle di Dario Argento! In Inferno, ad esempio, si vede una giovane Eleonora Giorgi scendere da un taxi proprio in Piazza Mincio (il cuore del Quartiere Coppedè), sotto una pioggia battente (nel film, la strada si chiama via dei Bagni…). Si vedono sia la Fontana delle Rane in piazza, sia l’ingresso del Palazzo Ospes Salve (Ciao, Ospite), al civico 2 della stessa piazza. L’edificio è quello con la volta “obliqua” all’ingresso, ricco di figure geometriche create con dipinti e con maioliche bianche e nere.
Poco più tardi, si vede la stessa attrice scappare sotto l’arco dei Palazzi degli Ambasciatori. Qui l’effetto è veramente notevole. Ovviamente… entrambe le scene si svolgono di sera! 🙂
Ora ci fermiamo un attimo. No, la visita al Quartiere Coppedè non è per nulla faticosa, semmai il contrario! E’ solo che è meglio dedicare un nuovo post alle immagini e alle altre sorprese del nostro meraviglioso quartiere, per facilitare la navigazione. Sei curioso? Vai, allora, alla seconda parte della nostra visita!

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