Trani: un dedalo di strade e stradine che affacciano su piazzette e cortili.
Un bel centro storico che ha come protagonista la pietra di Trani, fatta di tufo.
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Trani: sull’Adriatico a metà strada tra lo sperone del Gargano e la città di Bari.
Trani è una bella cittadina della Puglia, parte della nuova e “originale” provincia formata da ben 3 capoluoghi: Barletta, Andria e la stessa Trani. Nota anche come provincia “BAT” nell’immaginario collettivo dei suoi abitanti, fin dalla sua istituzione nel 2004. In realtà, a partire dal 2006, l’abbreviazione della provincia, almeno con riferimento alle targhe automobilistiche, diventa BT.
Trani affaccia direttamente sul mare Adriatico, e si trova a metà strada tra lo “sperone” del Gargano e la città di Bari. Il suo centro storico è piuttosto ampio, con numerose chiese e piccoli palazzi di pregio. Un dedalo di strade e stradine che affacciano su piazzette e cortili, e che spesso hanno come protagonista la pietra di Trani, fatta di tufo. Non a caso; infatti, la tradizione della lavorazione della pietra e del marmo si tramanda da generazioni, ed è testimoniata dalla numerosa presenza di aziende del settore, che è facile incontrare lungo la strada di accesso al centro città.
Il Duomo di Trani: la “perla” della città.
Tra le testimonianze storiche rileva innanzitutto la bellissima cattedrale romanica di Trani, dedicata a San Nicola. Costruita in tufo, con arcate imponenti e con il campanile che si scorge quasi da ogni angolo della città, grazie alla sua rilevante altezza.
Una chiesa semplice e allo stesso tempo austera, che acquista una particolare bellezza grazie anche alla sua posizione “strategica”: un’ampia piazza (piazza Duomo, appunto), che affaccia direttamente sul mare, delimitata da due palazzi storici. Il primo, di fronte all’ingresso della cattedrale, è oggi sede degli uffici del tribunale; l’altro, sul lato sinistro della piazza, sede del Museo Diocesano e del Museo della Macchina da scrivere.
La curiosità
La disfida di Barletta era in realtà “made in Trani”.
Nel lontano 1503, tredici cavalieri italiani sfidarono altrettanti cavalieri francesi, per veder riconosciuto il valore dei combattenti italiani.
All’epoca, Spagnoli e Francesi si spartivano i territori del Regno di Napoli, sulla base del Trattato di Granada firmato nel 1500.
I Francesi, col tempo, avevano sempre più preso piede, conquistando nuove terre a scapito degli Spagnoli. Non era raro, dunque, che i due fronti si scontrassero per imporre la rispettiva egemonia. Proprio in occasione di uno di tali scontri, gli Spagnoli riuscirono a catturare alcuni militari francesi, che furono condotti a Barletta, dove si trovava, al tempo, la principale roccaforte amministrativa degli Spagnoli.
Questi stessi militari francesi misero in dubbio il valore e il coraggio delle milizie italiane, accusandole anche di codardia. Tali affermazioni furono avanzate nel corso di una cena alla quale erano stati invitati dagli spagnoli. Questi ultimi, a differenza dei francesi, difendevano però il valore dei cavalieri italiani. Ne nacque così un’accesa disputa verbale, finché non si decise che la questione sarebbe stata risolta da una sfida tra cavalieri francesi e italiani, al fine di confermare definitivamente una delle due tesi. Pochi giorni dopo, perciò, si sfidarono a duello 13 cavalieri italiani – guidati da Ettore Fieramosca – con altrettanti cavalieri francesi.

Come “teatro” dello scontro fu scelto un terreno situato sul territorio del comune di Trani, che fu appositamente recintato per l’occasione. Furono anche chiamati in causa diversi uomini, con il ruolo di giudici nominati dalle rispettive fazioni, al fine di garantire la “regolarità” del combattimento.
Anche se la sfida ebbe luogo sul territorio di Trani, l’episodio passò alla storia come “disfida di Barletta”. Ciò, probabilmente, perché i dubbi sul valore dei cavalieri italiani erano sorti ed erano stati dibattuti proprio nella città di Barletta. Inoltre, all’epoca, la stessa Barletta ricopriva un ruolo più importante rispetto alla vicina Trani, perché rappresentava la principale sede amministrativa degli spagnoli nell’ex Regno di Napoli.
La sfida, comunque, vide il netto predominio dei cavalieri italiani; le cronache del tempo, infatti, riportano che tutti e 13 i cavalieri francesi furono sconfitti dai corrispettivi italiani.
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La curiosità
La disfida di Barletta era in realtà “made in Trani”.
Nel lontano 1503, tredici cavalieri italiani sfidarono altrettanti cavalieri francesi, per veder riconosciuto il valore dei combattenti italiani.
All’epoca, Spagnoli e Francesi si spartivano i territori del Regno di Napoli, sulla base del Trattato di Granada firmato nel 1500.
I Francesi, col tempo, avevano sempre più preso piede, conquistando nuove terre a scapito degli Spagnoli. Non era raro, dunque, che i due fronti si scontrassero per imporre la rispettiva egemonia. Proprio in occasione di uno di tali scontri, gli Spagnoli riuscirono a catturare alcuni militari francesi, che furono condotti a Barletta, dove si trovava, al tempo, la principale roccaforte amministrativa degli Spagnoli.
Questi stessi militari francesi misero in dubbio il valore e il coraggio delle milizie italiane, accusandole anche di codardia. Tali affermazioni furono avanzate nel corso di una cena alla quale erano stati invitati dagli spagnoli. Questi ultimi, a differenza dei francesi, difendevano però il valore dei cavalieri italiani. Ne nacque così un’accesa disputa verbale, finché non si decise che la questione sarebbe stata risolta da una sfida tra cavalieri francesi e italiani, al fine di confermare definitivamente una delle due tesi. Pochi giorni dopo, perciò, si sfidarono a duello 13 cavalieri italiani – guidati da Ettore Fieramosca – con altrettanti cavalieri francesi.

Come “teatro” dello scontro fu scelto un terreno situato sul territorio del comune di Trani, che fu appositamente recintato per l’occasione. Furono anche chiamati in causa diversi uomini, con il ruolo di giudici nominati dalle rispettive fazioni, al fine di garantire la “regolarità” del combattimento.
Anche se la sfida ebbe luogo sul territorio di Trani, l’episodio passò alla storia come “disfida di Barletta”. Ciò, probabilmente, perché i dubbi sul valore dei cavalieri italiani erano sorti ed erano stati dibattuti proprio nella città di Barletta. Inoltre, all’epoca, la stessa Barletta ricopriva un ruolo più importante rispetto alla vicina Trani, perché rappresentava la principale sede amministrativa degli spagnoli nell’ex Regno di Napoli.
La sfida, comunque, vide il netto predominio dei cavalieri italiani; le cronache del tempo, infatti, riportano che tutti e 13 i cavalieri francesi furono sconfitti dai corrispettivi italiani.
Il centro storico di Trani.
Nel centro storico della città, poi, ci sono numerose chiese e altri edifici caratteristici; quelli più “particolari” hanno il bugnato sulle pareti.
Si tratta di pietre o mattoni sporgenti, che avevano ed hanno la funzione di far meglio defluire le acque piovane, evitando che rimangano troppo tempo “attaccate” alle pareti. Col tempo, poi, hanno acquisito anche un’importante funzione estetica, caratterizzando la fisionomia stessa degli edifici (come, ad esempio, nel caso del Palazzo dei “Diamanti” a Ferrara).
Altra zona caratteristica è quella del porto, dove si gode di una bellissima vista sul centro storico e sulla cattedrale.
Meno affascinante, invece, è il lungomare, con il mare che lambisce prevalentemente la parte più moderna della città di Trani.
Dove mangiare a Trani.
A Trani si mangia bene, e questo è un aspetto di non poco conto… Ci sono tanti ristoranti e osterie, per tutte le tasche.
Trattandosi di una città di mare, dotata anche di pescherecci che partono direttamente dal suo porto, le pietanze a base di pesce non mancano certo. Anche per questo motivo, i prezzi non sono proprio contenuti, soprattutto se rapportati alla media dei prezzi del Sud Italia.
Come detto, la città ha molti ristoranti e osterie. Qualche nome? Pescandalo, Osteria Frangipane, Corteinfiore, Il Melograno, Le Lampare al Fortino, La Giara, il Ristorante Regia, la Trattoria Portanova, Diavoletto Epicureo, Pesto di Pistacchio, Beltrani 29, Giardino Broquier, Giulia Ristorante e Bottega (cucina lucana), Gallo Restaurant.
Trani, inoltre, vanta anche un ristorante stellato: si tratta del Quintessenza, una stella Michelin confermata anche per il 2019.
Dove dormire a Trani.
Ci sono pochi alberghi in città, che si contano, se non ricordo male, sulle dita di una sola mano. L’offerta di posti letto, però, è ampiamente “supportata” da un abbondante numero di Bed & Breakfast; in alcuni casi ne ho trovati addirittura più di uno nello stesso edificio. La città, infatti, è bella, ed è apprezzata dai turisti; merita sicuramente una visita, anche per più di un giorno.
La qualità delle strutture ricettive è piuttosto elevata. Non farti però ingannare dalle apparenze; molte di queste, infatti, si trovano in edifici storici o dei primi decenni del secolo scorso. Dall’esterno, perciò, la loro immagine potrebbe lasciare a desiderare. All’interno, invece, le camere sono quasi tutte ben attrezzate e moderne.
Considera, poi, che la città ha vissuto, in età relativamente recente, una crescita della sua attrattività turistica, che ha portato ad una vera e propria “fioritura” dei bed & breakfast. Le strutture, dunque, sono spesso moderne e frutto di un restauro appropriato dei locali.
E tu? Hai qualche curiosità che vuoi condividere su Trani? Oppure vuoi consigliare qualche posto della città che ti ha particolarmente colpito? Ti aspetto nella sezione dei commenti, grazie!
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