Villa Necchi Campiglio: si conclude la nostra visita nel centro di Milano.
Visitiamo le stanze al secondo piano, immergendoci nella vita privata della casa.
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Villa Necchi Campiglio: anche le stanze al secondo piano conservano fedelmente l’atmosfera degli anni 30.
Siamo arrivati alla conclusione della nostra visita milanese alla Villa Necchi Campiglio. In quest’ultimo articolo, visitiamo le stanze al secondo piano; vi si accede attraverso il corridoio con le volte “ricamate” da bassorilievi di ispirazione Art Dèco.
Il secondo piano della villa ospita la camera da letto dei coniugi Alberto Campiglio e Gigina Necchi. Una stanza curata ma non sfarzosa, in cui rileva una porta scorrevole, a scomparsa nel muro, ricoperta da un prezioso tessuto ricamato con decorazioni floreali. La porta separa la stanza da letto vera e propria da un’anticamera con un divanetto e l’armadio.
Vicino alla camera da letto, il bagno padronale, ricco di marmi e dotato di doppio lavabo.
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Poco più avanti si trova la camera da letto dell’altra sorella Necchi, Edda, che rimase nubile. Anche in questo caso, la stanza appare piuttosto sobria e con una piccola anticamera. Più ricco, invece, il bagno, sempre decorato con abbondanza di marmi.
Un bagno decoroso, ma decisamente meno sfarzoso, invece, quello della capogovernante, dove le maioliche lucide sostituiscono il marmo. Anche la sua stanza non è molto grande, ma ha un’atmosfera calda e accogliente, con una scrivania che affaccia sul lato principale del giardino.
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La curiosità
Anche la stufa elettrica della villa sembra richiamare l’Art Decò
In uno dei bagni della Villa si trova ancora una vecchia stufa elettrica, che risale probabilmente agli anni 30-40. Una stufa dotata di un “tubo” di metallo forato contenente la resistenza.

I fori sul tubo servono ovviamente a trasmettere meglio il calore, ma hanno anche una funzione decorativa: presentano una forma geometrica ricorrente, un dettaglio estetico che sembra prendere ispirazione dalle decorazioni dell’Art Dèco.
La curiosità
Anche la stufa elettrica della villa sembra richiamare l’Art Decò
In uno dei bagni della Villa si trova ancora una vecchia stufa elettrica, che risale probabilmente agli anni 30-40. Una stufa dotata di un “tubo” di metallo forato contenente la resistenza.

I fori sul tubo servono ovviamente a trasmettere meglio il calore, ma hanno anche una funzione decorativa: presentano una forma geometrica ricorrente, un dettaglio estetico che sembra prendere ispirazione dalle decorazioni dell’Art Dèco.
Ritroviamo di nuovo tante opere per gli amanti dell’arte
Al secondo piano si trova anche la stanza degli ospiti, che nel tempo prese il nome di “stanza del Principe”. Questo appellativo si deve al fatto che accoglieva spesso il principe Enrico d’Assia nelle sue trasferte a Milano; il principe, infatti, era lo scenografo del Teatro La Scala.
In capo al letto troviamo un interessante disegno, un nudo di Mario Sironi, in bianco e nero, ma piuttosto elaborato. Fa parte della collezione Guido Sforni, donata al FAI dalla moglie e dalla figlia; è esposta nelle sale della Villa Necchi Campiglio. La collezione è stata prevalentemente collocata nelle stanze al secondo piano; tra le opere della raccolta, ci sono dei disegni di artisti di assoluto rilievo: non solo il già citato Sironi, ma anche Henri Matisse, Pablo Picasso, Lucio Fontana e Amedeo Modigliani.
Sempre al secondo piano, troviamo un altro salotto, molto luminoso, dove gli abitanti della casa e i loro ospiti potevano chiacchierare amabilmente, o leggere un libro o un giornale rilassandosi sulle poltrone della sala.










Siamo arrivati alla fine della nostra visita. Se anche tu hai visitato la Villa Necchi Campiglio e vuoi condividere le tue impressioni, puoi farlo nella sezione dei commenti. Idem se vuoi segnalarci qualche altro edificio di Milano che a tuo parere merita assolutamente una visita.
Se hai perso le precedenti tappe della nostra visita alla Villa, puoi trovarle qui:
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